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L’ARCHIVIO STORICO DELL’ACCADEMIA
DEGLI ZELANTI E DEI DAFNICI

 

 

   "Memorie e Rendiconti", s. V, vol. VII

 

 

(Matteo Donato)

 

 

 

Con la pubblicazione del suo Archivio Storico l’Accademia compie un’operazione di grandissima valenza culturale che viene a saldarsi con la stampa degli Indici delle produzioni accademiche (1731-2004)[1]. Ed invero l’Archivio costituisce della produzione accademica la premessa ed il completamento[2].

L’Accademia, che nei suoi 337 anni di vita ha avuto i suoi alti e bassi, è oggi un organismo quanto mai vitale, di cui Acireale può andare fiera se è vero, come è vero, che la Nostra è l’unica fra le innumerevoli accademie siciliane secentesche, nate in una città non capoluogo di provincia, ad essere ancora viva.

Se nell’eccezionale Archivio storico del Comune di Acireale c’è la vita politico-amministrativa della Città a partire dal Cinquecento, nell’Archivio dell’Accademia ne è custodita la vita intellettuale a partire dal Seicento. Ed è patrimonio di inestimabile valore morale e sociale.

Quando le tornate pubbliche poetiche costituivano l’unico modo di riunirsi e fare cultura, era nell’Accademia che il sentire letterario ed estetico degli Acesi trovava sfogo, quando l’aggiornamento e la ricerca storico-scientifica diventavano urgenza intellettuale, era nell’Accademia che trovavano incoraggiamento e stimolo.  

     Ed è nell’Archivio che oggi ne cogliamo testimonianza. Testimonianza unica e straordinaria nel contesto di tutta la terra di Aci, quali che siano stati i risultati raggiunti.
     Purtroppo dal 3 ottobre 1671, data di fondazione dell’“Accademia Sacra sotto nome e rito   delli Zelanti, essendo proprio di Religiosi esser Zelanti dell’honor di Iddio e della salute del prossimo”, al 30 aprile 1832, data di rinascita laica della medesima, i documenti pervenutici sono ben pochi e quasi tutti trascrizioni dagli originali. Ed è stata fatica non indifferente e non sempre dagli esiti fortunati quella da me compiuta di ricostruzione della sequenza dei presidenti e dei segretari generali dell’Accademia[3].

    Nel 1712 si congiunsero nella Zelantea due sodalizi di ecclesiastici la “Congregazione di Sacerdoti e Chierici per la reformatione dell’habito e morigerattione dei suoi costumi”, sorta nel 1680, e la “Congregazione della Concettione Immacolata della Gran Matre di Dio”, sorta nel 1699. Naturalmente la relativa documentazione, assai poca invero, confluì nell’Archivio degli Zelanti.

    Anche le scritture riguardanti i Padri dello Studio (in origine quattro Padri della Compagnia di “S. Maria libera nos a poenis Inferni”) verranno a far parte dell’Archivio accademico, in pari tempo la loro biblioteca (Biblioteca del Clero) si ingloberà in quella della Zelantea.

   Nel 1832 era “ripristinata” l’“Accademia dei Zelanti”. Acireale viveva uno dei momenti più intensi ed alti della sua storia culturale. Per più di un ventennio la città vivrà un’intensa, straordinaria vita accademica.

“Per quanto riguarda i presidenti, per tutto il primo secolo abbiamo una documentazione approssimativa, non essendoci pervenuti (o forse non esistendo) i verbali delle adunanze... Per quanto riguarda i segretari generali (così chiamati per distinguerli dai segretari delle classi), relativamente al periodo delle origini la situazione è ancora più oscura se si considera che le prime notizie si hanno dal 1745… Mansioni e prestigio della carica non erano considerati tali da segnalarne il nome con sistematicità”(M.Donato, Presidenti e segretari generali dell’Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici dalle origini al 2004, in “Memorie e Rendiconti”, s. V, vol. II (2003), pp.23-30). [4], preludio al vero e proprio registro di verbali, reca la data 2 dicembre 1832[5]

   Da questo momento la documentazione diventa continua ed esauriente.


   Incontriamo ora elenchi di soci, diplomi, libri di corrispondenza, registri delle sessioni (tornate) pubbliche e private, discorsi e poesie, libri dei conti e dei mandati, necrologi, produzioni scientifiche e non (di cui all’inizio si riferiva nelle Relazioni accademiche e che sul finire dell’Ottocento erano pubblicate negli “Atti” o nelle “Memorie”).

Nel 1934 il fascismo imponeva la riunione delle due accademie acesi: “Zelantea” e “Dafnica”. Si realizzava per disposizione ministeriale il sogno, a lungo accarezzato e mai conseguito, di uno dei grandi padri dell’Accademia: Leonardo Vigo Calanna.
Come era nelle attese, i due archivi furono riuniti e costituiscono oggi due sezioni distinte dell’archivio accademico che è diventato unico solo a partire dalla suddetta data di fusione.[6]

Dal 1778, anno di fondazione dell’Accademia dei Geniali (nel 1816 prenderà il nome di Accademia Dafnica), al citato 1934 l’Archivio dafnico contiene una documentazione affine a quella della Zelantea (registri di verbali, diplomi, corrispondenza, atti, testi poetici, ecc). Di particolare avrà i volumi dei concorsi dafnici dal 1830 al 1906 (Buste A. D., nn. 7, 8, 9).
Il primo che abbia pubblicato un lavoro di ricerca sistematica nell’archivio accademico[7] è stato il presidente Cristoforo Cosentini, in occasione della celebrazione del tricentenario dell’Accademia nel 1971[8].


 

 

 

 [1] Alla dott.ssa Maria Concetta Gravagno, direttrice della Biblioteca Zelantea, il mio grazie per i suoi suggerimenti e la collaborazione.

 [2] Per quanto ovvio, preciso che la stampa di quanto costituisce l’Archivio accademico non include gli ultimi decenni.

 

[3] “Per quanto riguarda i presidenti, per tutto il primo secolo abbiamo una documentazione approssimativa, non essendoci pervenuti (o forse non esistendo) i verbali delle adunanze... Per quanto riguarda i segretari generali (così chiamati per distinguerli dai segretari delle classi), relativamente al periodo delle origini la situazione è ancora più oscura se si considera che le prime notizie si hanno dal 1745… Mansioni e prestigio della carica non erano considerati tali da segnalarne il nome con sistematicità” (M. Donato, Presidenti e segretari generali dell’Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici dalle origini al 2004, in “Memorie e Rendiconti”, s. V, vol. II (2003), pp. 23-30).

 

[4] Nei “Giornali d’intervento” venivano registrate le presenze e, talora, le assenze alle tornate sia pubbliche che private.

 

[5] Busta A. Z., titolo I, n. 3.

 

[6] L’archivio però non contiene tutta la produzione accademica. Molte opere (componimenti poetici vari, saggi storici e morali, ecc.) si trovano nel fondo manoscritti della Biblioteca Zelantea. Sparsi nelle diverse carpette di tale fondo, sono facilmente individuabili dalla titolatura delle schede e pertanto si è preferito non spostarli nell’archivio accademico nel rispetto della loro ormai secolare catalogazione. L’elenco manoscritti della Biblioteca facilita lo studioso che voglia accedere a tale produzione risalente in massima parte ai secoli XVIII e XIX.

 

[7] Profondo conoscitore dell’archivio accademico, di cui si avvalse per le sue ricerche storiche su Acireale, fu il can. Vincenzo Raciti Romeo, direttore della Biblioteca Zelantea, cui si debbono le Memorie storiche e letterarie dell’Accademia degli Zelanti e di alcuni illustri soci di essa, in “Atti e Rendiconti”, n.s., vol. X (1899-1900), C.L., mem. II, pp. 1-80.

Di recente il nostro archivio è stato oggetto di studio da parte di Delphine Montoliu (Documenti inediti sulla rinascita della Accademia degli Zelanti d’Acireale: la prima riunione poetica del 23 luglio 1834, in “Memorie e Rendiconti”, s. V, vol. VI (2007), pp. 163-191.

[8] Dai verbali delle tornate pubbliche dell’Accademia di Scienze Lettere ed Arti dei Zelanti (1833-1895): comunicazioni e delibere, in “Memorie e Rendiconti”, s. II, vol. I (1971), pp. 139-209.

 

 

 

 


 

 

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