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Nel presentare la sua pubblicazione l’autore ha subito segnalato che Gesù e le sue parolenon è un libro di facile approccio, ma è un testo impegnativo in quanto, chiusa la pagina, chiede al lettore una personale risposta ai problemi o meglio alle domande che pone.

Il volume è nato dal bisogno di chiarire a se stesso attraverso le “sue” parole chi era Gesù, quale era la sua fede reale. Alle parole di Gesù nei quattro Vangelicanonici Donato si è accostato con lo spirito di chi desidera esaminare e per quanto sia possibile capire. 

I Vangeli sono un'interpretazione del vangelo (buona novella) non scritto di Gesù (perché non abbia scritto né abbia dato disposizione che le sue parole fossero scritte, è quesito cui non c’è risposta); per i credenti sono parole ispirate da Dio e non suo messaggio diretto. In ogni caso le parole di Gesù (la sua lingua è l’aramaico di Galilea), incarnate nella storia, sono da essa condizionate.

I Vangeli più che documenti storici volevano essere testimonianze religiose, adattate all’auditorio cui erano indirizzati.

Individuare le parole dette da Gesù storico da quelle che gli fanno dire gli evangelisti è un’operazione che non avrà mai riscontri sicuri.

Dietro i quattro nomi degli evangelisti ci sono quattro distinte tradizioni evangeliche, convergenti nell’annuncio del regno dei cieli da parte di Gesù e nell’annuncio di Gesù annunciante il regno.

L’autore sottolinea che c’è un Gesù predicatore ed un Cristo predicato. Delle parole del primo non avremo mai certezze assolute. E però dell’autenticità dell’insieme delle idee di fondo (Dio padre misericordioso, amore per il prossimo, rifiuto di ogni legalismo religioso, ecc.) non si può dubitare. Come del pari non si può eliminare il sospetto che il testo evangelico nasconda la preoccupazione di provare l’aspetto soprannaturale di Gesù per mezzo dei miracoli.

Nel rivisitare i Vangeli canonicile parole di Gesù sono selezionate e presentate a incastro: si è trattato di un personale lavoro redazionale e le parole sono esaminatea prescindere da discrepanze ed inesattezze di tempi, luoghi e situazioni.

In ognuno dei 190 paragrafi che compongono il volume ai brani riuniti segue un più o meno esteso commento, che è la parte più personale ed in quanto tale più o meno condivisibile. L’autore sottolinea come Gesù vivono due nature: in quanto Dio è onnisciente, in quanto uomo appare soggetto alle conoscenze e agli errori del suo tempo.

Così il collegamento da parte di Gesù tra guarigione fisica miracolosa e remissione spirituale dei peccati si rifà alla concezione giudaica della malattia come espressione di una colpa o peccato. Gesù che guarisce i malati non dice loro: “la tua fede ti ha guarito”, ma “la tua fede ti ha salvato” (è l’anima che è salvata).

In un mondo che mantiene aspetti ferini la qualità del messaggio di Gesù ha fatto sì che l’umanità nell’uomo abbia il massimo della sua valorizzazione, che l’humanitas costituisca un ideale di vita perseguibile e perseguito.

La sua radicale proposta d’amore, che sente come volontà di Dio, non si ferma davanti alla morte, anzi il sacrificio di sé la sublima.

Vivere una vita di amore, di carità, di perdono è stato il sogno immenso del Maestro, la sua grande utopia.

 
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Don Vittorio Rocca
Socio Corrispondente
 
Una riflessione etica ai tempi del coronavirus
 
 
Introduzione del presidente dell'Accademia
Dott. Michelangelo Patanè
 
La Pandemia è una grave crisi che interpella diverse questioni che hanno a che fare con l'etica. Quali le scelte responsabili da compiere ?
 
 
 
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