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La Sicilia e l’Unità d’Italia

Aspetti del Risorgimento Italiano 1812 - 1861

 

 

 

Il Risorgimento assunse in Sicilia le catteristiche del particolare retaggio di storia, cultura e tradizioni di un “Regnum”che era stato indipendente con una propria identità giuridica, storica e culturale.

La riscoperta delle tradizioni culturali del popolo siciliano, gli studi giuridici sul diritto pubblico siciliano furono alla base della Costituzione politica del 1812, unica costituzione tra tutte quelle europee, seguita da una prima esperienza parlamentare. Da qui iniziò il complesso percorso che portò la Sicilia a votare l’annessione al Regno d’Italia con il plebiscito del 22 ottobre 1860.

La mostra organizzata dall’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale segue, per aree tematiche e cronologiche, un percorso ideale degli avvenimenti che caratterizzavano le varie fasi del Risorgimento in Sicilia, dando rilevanza a protagonisti, di cui sono stati esposti i ritratti, ed eventi della nostra storia locale.

Un prezioso apporto è dato dai cimeli militari della Collezione dell’ing. Aldo Scaccianoce, vicepresidente dell’Accademia.

Dopo i vari tentativi insurrezionali seguiti alla reazione borbonica, il 12 gennaio 1848 Palermo si sollevò in rivolta. La rivoluzione del 1848 in Sicilia, oltre ai principi di separatismo e indipendenza, elaborò un concetto di federalismo nazionale  che anticipava i tempi.

Figura illustre del 1848 siciliano fu  Salvatore Vigo Platania (Acireale, 16 settembre 1784 -27 ottobre 1874) convinto separatista, poi membro della Camera dei Pari e Ministro del Governo rivoluzionario, il quale, chiamato a giurare la costituzione proposta del re di Napoli, dichiarò “Salvatore Vigo Siciliano non giurerà che la Costituzione siciliana”.

Molti giovani patrioti perseguirono il sogno di un’Italia Unita. Ruggero Settimo, a capo del Governo provvisorio del 1848, nella prima seduta del parlamento siciliano invocò la benedizione divina “ per ricongiungere il destino della Sicilia a quello della grande nazione italiana libera indipendente e unita”.

Della Libreria di Salvatore Vigo, conservata nella Zelantea, sono stati esposti, il manoscritto originale  dello stesso Vigo sulle modifiche da apportare alla Costituzione del 1812; bandi e manifesti originali a firma di Ruggero Settimo; I volumi del Giornale di Palermo” 1810-1812; il “Giornale officiale di Sicilia” 1848-1849, la “Forbice” 1848-1849 e altri giornali e manifesti.

Anche ad Acireale i cittadini, il 26 Gennaio si sollevarono, infervorati dal discorso tenuto in Piazza Duomo da Lionardo Vigo (Acireale 25 settembre 1799 – 14 aprile 1879), a quel tempo convinto sostenitore dell’autonomismo siciliano e poi rappresentane al Parlamento Generale Siciliano.

In breve il moto rivoluzionario si diffuse a tutto il comprensorio del Distretto di Acireale: Aci Catena, Aci S. Antonio, Riposto, Randazzo, ecc… 

     In quell’occasione Acireale prestò il suo aiuto a Catania, segnando così la fine di una secolare inimicizia. Catania donò alla “sorella Acireale una Bandiera e una spada dall’elsa d’oro. 

Finito il sogno del 1848, a causa della reazione antiborbonica, tanti giovani siciliani andarono esuli a Malta. Tra  questi il nostro Gregorio Romeo (Acireale 3 novembre 1825 – Malta 28 aprile 1859), ufficiale dell’esercito rivoluzionario, patriota dall’animo nobile, redattore del giornale patriottico “ La Sentinella dell’Etna” (di cui furono pubblicati 7 numeri dal 27 gennaio al 17 marzo 1849).

 

L’esule acese, a causa di una fulminate malattia, morì a Malta, senza più rivedere la sua patria, sognando un’Italia Unita.

Dopo il 1848 la reazione assolutistica del Borboni alimentò ancora di più il fervore patriottico per un’Italia libera e unita, favorendo l’affermazione della corrente annessionistica al Regno sabaudo.

Il 4 aprile 1860 Palermo insorse contro I Borboni con a capo Francesco Riso.

L’azione rivoluzionaria fu coadiuvata dalle squadre di picciotti di Rosolino Pilo.

Quando Garibaldi giunse in Sicilia, la rivolta era già iniziata; tra i “Mille” garibaldini della spedizione vi erano Francesco Crispi e Giuseppe La Masa, già protagonisti della rivoluzione siciliana del 1848.

Quel manipolo di giovani si batteva per la libertà e l’unità di un’Italia divisa e dominata da stranieri.

Accanto ai siciliani e ai napoletani, rientrati dall’esilio, c’erano lombardi, genovesi, trentini, istriani.

A capo della spedizione era quel generale Garibaldi, eroe dei due mondi, che aveva combattuto per liberare i popoli oppressi in America latina e poi in Italia, ed ora dirigeva la sua attenzione verso la Sicilia.”

Ancora una volta” scrive in una lettera “tocca alla Sicilia risvegliare i dormienti”.

L’11 maggio la spedizione approdò a Marsala, seguirono le vittorie di Calatafimi e di Milazzo e il 27 maggio cadde il presidio borbonico di Palermo.

Il poeta Giuseppe Macherione (Giarre 22 marzo 1840 – Torino 23 giugno 1861), tanto caro a Lionardo Vigo immortalò  con versi patriottici quel momento.

Ad Acireale si sbandierò il vessillo tricolore, che fu benedetto in Cattedrale il 16 maggio 1860, mentre con l’offerta di una congrua somma di denaro, fu superato il pericolo costituito dalle truppe borboniche del generale Clary in ritirata.

Del periodo 1860-1861 sono stati esposti i decreti originali a firma di Garibaldi, una lettera in cui A. Almirante descrive a Lionardo Vigo la battaglia di Calatafimi, bandi e manifesti patriottici, giornali dell’epoca e le poesie patriottiche di Giuseppe Macherione.

Uno spazio della mostra è stato dedicato al ruolo delle donne del Risorgimento con le poesie patriottiche di Giuseppina Turrisi Colonna (Palermo, 2 aprile 1822 – 17 febbraio 1848) e di Giannina Milli (Teramo 24 maggio 1829 – Firenze 28 febbraio 1888), e alcuni manifesti dell’epoca riguardanti le donne acesi. Un’altra area è dedicata ai Garibaldini (Ada, Crispi, LA Masa, Bixio, ecc..) con edizioni originali e studi critici. Tra questi le memorie di Garibaldi scritte  Alexandre Dumas, conosciuto come autore dei fortunati romanzi sui Tre  Moschiettieri, che da cronista seguì l'impresa di Garibaldi in Sicilia.

Il percorso espositivo si concludeva con i primi atti del Parlamento Italiano che si riunì per la prima volta Il 18 Febbraio 1861 e proclamò il 17 marzo, Vittorio Emanuele II re d’Italia: era nato lo Stato Italiano.

 

 

Maria Concetta Gravagno

Direttrice Biblioteca Zelantea

 

 

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